Un “a solo” per violino di JeanBaptiste Lully in una vanitas di Simon Renard de Saint-André (Parigi, 1614? ”“ ivi, 1677)
DOI:
https://doi.org/10.26512/dramaturgias.v0i7.9538Keywords:
De Saint-André, Jean-Baptiste Lully, Vanitas, Pochette-Violino, Manoscritto a solo.Abstract
Questo articolo nasce dal riconoscimento di un solo per violino di Jean-Baptiste Lully contenuto in una vanitas di Simon Renard de Saint-André. La vanitas é€ un tipo particolare di natura morta dove avviene di sovente che i vari elementi contenuti acquistino significati dalla forte carica simbolica; ove vi pre- senzino anche partiture musicali o spartiti, in molti casi, ci si rende conto che proprio da questi giunge la chiave di lettura di un’intera e, spesso, complicata, composizione iconografica. De Saint-André, che si muove nel contesto della corte francese, rivela un particolare legame con la musica, sia per la pre- senza di strumenti musicali sia per riproduzioni di spartiti e manoscritti tratti, nella maggior parte delle sue opere, da composizioni di parecchio preesis- tenti. In questo caso, Lully é€ un suo contemporaneo e questa scelta potrebbe essere non casuale; sta di fatto che, in quegli anni, Lully era il massimo espo- nente della musica in Francia e la sua composizione ben si adatta, per piuÌ€ di una ragione, al quadro in questione. Qual era il messaggio? Come al solito, in situazioni analoghe, i messaggi sono vari e spesso contrastanti, opposti, come da estetica e retorica tipiche del ‘600; possiamo peroÌ€ affermare, certi di non sbagliare, che "Pour bien mourir, il ne faut que bien vivre, pour vivre bien, ta mort considerer".
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